mercoledì 18 dicembre 2013

Il sole in una lampada

Le lampade LED Bulbo per crescere le piante in casa dove manca la luce del sole. Nell'immagine, in cucina, il modello Cynara nelle due versioni da sospensione e impiantata nel vaso che deve illuminare
Oggi vi presentiamo un'idea interessante per chi vuole coltivarsi il suo orticello anche nei freddi e bui inverni. Buona lettura.
Il progetto di Bulbo nasce dalla passione di 5 italiani under 30 che, partendo dalle possibilità offerte delle nuove tecnologie, hanno realizzato una collezione di lampade LED per coltivare le piante in casa. Un'idea per chi vuole coltivare un piccolo orto domestico fatto di aromatiche e ortaggi, creando una pratica alternativa per crescere le piante, in casa, per tutto l'anno.
Le due lampade distribuite ad oggi sono Cynara Quadra. La prima caratterizzata da un disegno che permette di fissarla direttamente nel vaso della pianta. La seconda, più strutturata, è l’ideale per crescere più piante contemporaneamente. Entrambe sono accomunate da bassi consumi: Cynara ad esempio consuma quanto un comune router per la connessione wi-fi.
Queste lampade offrono gli strumenti che normalmente sono disponibili solo a coltivatori professionisti e ricercatori. Si tratta di una tecnologia riproduce lo spettro ottimale della luce per il processo di fotosintesi. In questo modo le piante riescono a crescere anche in condizioni di scarsità di luce o buio completo. Un aiuto che permette alle piante di crescere più velocemente con alti livelli di clorofilla, acqua e antiossidanti
di alessandro mussuloni da corriere.living

mercoledì 6 novembre 2013

Risparmio energetico in casa: consigli pratici




Il settore residenziale assorbe da solo quasi la metà dell’intero consumo energetico europeo ed è responsabile, ogni anno, del 36% delle emissioni di CO2del Vecchio Continente. Eppure, sono molti gli accorgimenti che è possibile adottare per ridurre i consumi in casa, a cominciare da interventi a basso costo che consentono di migliorare l’isolamento termico dell’edificio. Tende e veneziane, ad esempio, permettono di limitare l’esposizione al sole delle finestre, riducendo il ricorso all’aria condizionata nei mesi estivi.
Sempre per quanto riguarda le finestre, la soluzione ottimale sarebbe quella di installare infissi realizzati in materiali isolanti come legno e PVC, da abbinare a vetri doppi o tripli, ma anche se non è possibile procede alla sostituzione, si possono ottenere dei buoni risultati anche solo riducendo la presenza di “spifferi”, attraverso guarnizioni, manicotti e tendaggi (un consiglio valido anche per le porte che danno verso l’esterno). 
A proposito di climatizzazione, poi, è importante adottare alcuni accorgimenti nella gestione dell’aria condizionata, a cominciare dalla temperatura a cui si regola il termostato: mai scendere più di 5 o 6 gradi al di sotto di quella esterna. Anche una corretta manutenzione dei condizionatori, insieme al semplice accorgimento di tenere porte e finestre rigorosamente chiuse quando l’aria condizionata è in funzione, aiuta a ridurre i consumi. In qualche caso, inoltre, può essere sufficiente utilizzare un deumidificatore per ridurre il gradi di umidità presente nell’aria e dunque la sensazione di calore percepito. Una buona ventilazione naturale nelle ore serali e notturne, infine, può permettere migliorare ulteriormente (e a costo zero) il comfort della casa.
D’inverno, invece, no a temperature “africane”: per legge, gli ambienti interni non dovrebbero essere più caldi di 20-22 gradi Centigradi. Abbassare la temperatura di un solo grado, inoltre, permette di ridurre i consumi legati al riscaldamento del 6%. 
In tutti gli ambienti della casa, inoltre, vale sempre la vecchia regola di spegnere le luci quando non sono necessarie, una raccomandazione che, in tempi di uso massiccio di gadget tecnologici, vale anche per tutti gli elettrodomestici e gli altri dispositivi elettrici, dal computer ai videogiochi, dagli apparecchi televisivi a modem e router.
Fondamentale, inoltre, che tutti i punti luce dell’abitazione siano equipaggiati conlampadine a basso consumo, come quelle a fluorescenza o a LED. In questo caso, il risparmio rispetto alle tradizionali lampadine alogene arriva anche all’80-90%, mentre la durata può superare le 50.000 ore di utilizzo. A differenza delle lampade a filamento, inoltre, i LED sono particolarmente resistenti e si degradano lentamente, riducendo la propria funzionalità in modo progressivo (in altri termini, non si fulminano). 
Un altro accorgimento di carattere generale riguarda i dispositivi elettronici inmodalità di stand-by e i trasformatori: evitare di lasciare televisori, monitor e decoder in preaccensione, nonché staccare dalla presa di corrente caricabatterie e trasformatori inutilizzati può servire per ridurre ulteriormente i consumi, anche se le stime sul risparmio energetico ottenuto in questo modo sono controverse.
Un discorso a parte meritano poi gli elettrodomestici: scegliere dei modelli in alta classe di efficienza energetica aiuta di certo, ma non è sufficiente. Sui consumi, infatti, incide molto l’uso che delle varie apparecchiature si fa ogni giorno. Per quanto riguarda il frigorifero, ad esempio, è importante regolarne al meglio la temperatura, alzandola di uno o due gradi nei mesi più freddi. Evitare di riempirlo eccessivamente e di aprirlo troppo spesso sono altri accorgimenti che permettono di limitare il consumo di energia.
Scongiurare sprechi con la lavatrice, invece, è possibile utilizzando l’elettrodomestico sempre a pieno carico, effettuando i lavaggi a freddo e riducendo l’intensità delle centrifuga. 




martedì 16 luglio 2013

Prestazione energetica edifici : passaggio dall'ACE all'APE

L'attestato di prestazione energetica (APE), introdotto dal D.L. 63/2013, ha sostituito il tradizionale attestato di certificazione energetica (ACE). Per la redazione dell'APE restano al momento confermate le modalità di calcolo già utilizzate per l'ACE.
Fino a quando non sarà definita la nuova metodologia di calcolo delle prestazione energetiche degli edifici, che entrerà in vigore con l'emanazione di prossimi provvedimenti, l'APE dovrà essere redatto secondo la vecchia metodologia di calcolo di cui al D.P.R. 59/2009. Questo il chiarimento del Ministero dello sviluppo economico con la circ. n. 12976 del 25 giugno.
Chiarimenti in merito all'applicazione delle disposizioni di cui al D.L. 63 del 4 giugno 2013 in materia di attestazione della prestazione energetica degli edifici
Ministero sviluppo economico, circ. n. 12976, 25.6.2013
Il 6 giugno 2013 è entrato in vigore il D.L. 63 del 4 giugno 2013 recante il recepimento della direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sullaprestazione energetica nell'edilizia.
Con tale provvedimento viene soppresso l'attestato di certificazione energetica (di seguito ACE) e introdotto, in suo luogo, l'attestato di prestazione energetica (di seguito APE), rispondente ai criteri indicati dalla direttiva 2010/31/UE.
Poiché sono stati sollevati, anche da parte di organi di stampa, dubbi sulla normativa tecnica da applicare per la redazione dell'attestato, si ritiene opportuno chiarire quanto segue. L'art. 4, comma 1, del D.L. 63 del 4 giugno 2013 dispone che la metodologia di calcolo della prestazione energetica sarà definita con uno o più decreti del Ministro dello sviluppo economico.
Si tratta in realtà di un'attività di aggiornamento della disciplina tecnica oggi in vigore, dal momento che l'istituto della certificazione delle prestazioni energetiche, anche se con nomi diversi, è presente nel nostro ordinamento già da alcuni anni ed è contenuta nei D.P.R. emanati in attuazione del D.Lgs. 192/2005, in particolare nel D.P.R. 59 del 2 aprile 2009, contenente le modalità di calcolo della prestazione energetica riconducibili alla dir. n. 2002/91/CE. Nelle more dell'aggiornamento tecnico, le norme transitorie contenute all'art. 9 del D.L. 63/2003 per il calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici fanno riferimento al D.P.R. 59/2009 e a specifiche norme tecniche (UNI e CTI) già note.
Conseguentemente, l'art. 13 dello stesso D.L. 63/2013 prevede che, solo dall'entrata in vigore dei decreti di aggiornamento della metodologia di cui all'art. 4, sia abrogato il D.P.R. 59/2009; ciò, con l'evidente finalità di non creare vuoti normativi e di consentire una applicazione agevole della norma, basandosi su una metodologia che dovrebbe essere già sufficientemente conosciuta, in quanto in vigore da alcuni anni.
Pertanto, fino all'emanazione dei decreti previsti dall'art. 4, si adempie alle prescrizioni di cui al decreto legge stesso redigendo l'APE secondo le modalità di calcolo di cui al D.P.R. 59 del 2 aprile 2009, fatto salvo nelle Regioni che hanno provveduto a emanare proprie disposizioni normative in attuazione della dir. n. 2002/91/CE in cui, in forza dell'art. 17 del D.Lgs. 192 del 19 agosto 2005, si seguirà ad applicare la normativa regionale in materia

martedì 7 maggio 2013

mutui giovani coppie, ecco perché il fondo non decolla

mutui giovani coppie, ecco perché il fondo non decolla

solo 96 finanziamenti concessi per un valore di 1,07 milioni a fronte dei 50 milioni stanziati. è il fondo per le giovani coppie che dopo due anni di vita stenta a decollare. ma quali sono le ragioni della scarsa disponibilità delle banche a concedere mutui agevolati? ce lo spiega vito lops in un articolo del sole24ore
il fondo statale mette a disposizione 50milioni di euro come garanzia aggiuntiva per quelle giovani coppie che hanno contratto un mutuo e non riescono più a far fronte al pagamento delle rate. l'importo del mutuo contratto non può essere superiore ai 200mila euro e l'isee di chi ne fa domanda non può eccedere i 35mila euro
il grosso vantaggio di questo fondo, e la vera ragione per cui le banche -che pure hanno aderito formalmente allo stesso- hanno creato problemi alle coppie che volevano usufruirne, è lo spread offerto. uno spread non superiore all'1,5% sia per un mutuo a tasso fisso che per uno a tasso variabile. quindi ben lontano agli spread oggi applicati dalle banche che si aggirano intorno al 3%
consapevole delle difficoltà di accesso al fondo, il governo dell'ex premier Monti ha deciso di modificare i requisiti di accesso, per quanto riguarda lo spred applicato, ad esempio, ha previsto che il tasso finale applicato sul mutuo non deve essere superiore al tasso effettivo globale medio, come pubblicato trimestralmente dal ministero dell'economia. ma il decreto pronto da febbraio ancora non è stato emanato. fino ad allora è improbabile che le banche concedano i mutui

articolo visto in ilsole24ore



martedì 30 aprile 2013

Casa: conviene di più l’affitto o l’acquisto?


Casa conviene di pi laffitto o lacquistoParliamo di casaconviene di più l’affitto o l’acquisto? E’ un dato di fatto che in passato la casa sia stato l’investimento preferito dagli italiani. Ma in questi ultimi anni la crisi economica, l’IMU e l’incertezza politica hanno cambiato le carte in tavola e sempre più italiani pensano che l’acquisto di un immobile sia diventato un investimento troppo incerto o, addirittura, un costo.

E allora ci chiediamo: la casa è ancora un buon investimento? L’Ufficio Studi Tecnocasa ha valutato la convenienza tra l’acquisto o la locazione di un bilocale di 52 mq in una zona semi-centrale di Milano. Riportiamo di seguito l’analisi dell’ Uff. Studi Tecnocasa:

Acquisto. L’immobile costa 255.000 € e l’acquirente ricorre ad un mutuo a tasso fisso di 25 anni che finanzia il 65% del valore, pagando una rata di mutuo di 1067 €. Possiede quindi un capitale a disposizione di 95000 €. L’importo del mutuo comprende anche le spese legate all'acquisto dell’immobile: notaio, intermediazione immobiliare, imposte e bolli. Egli pagherà i costi legati all'acquisto della casa e all' accensione del mutuo e avrà un beneficio fiscale grazie alla detrazione degli interessi passivi. Inoltre dovrà pagare le spese di gestione dell’immobile (manutenzione straordinaria e assicurazione). Per calcolare il valore futuro dell’immobile abbiamo considerato una rivalutazione annua pari alla media dell’indice Istat degli ultimi 10 anni.

Affitto. Chi opta per la locazione paga un canone mensile iniziale di 800 €. Il capitale a disposizione (di 9.5000 €) viene investito in un BTP a 25 anni. L’affitto sarà aggiornato ogni anno in base all’indice Istat. L’inquilino dovrà pagare annualmente la registrazione del contratto di locazione.

Differenza rata mutuo-canone e altri costi-benefici. Il modello proposto considera la differenza tra i canoni di locazione e le rate di mutuo. Per esempio, nel primo anno ci sarà una differenza positiva per il locatario (che spende 800 € al mese contro una rata mensile di 1.067 € per il proprietario). Tale differenza sarà investita in un conto corrente bancario ordinario con tasso di remunerazione dello 0,35% lordo. Allo stesso tasso si investe l’eventuale differenza tra i costi di gestione dell’immobile, i costi della locazione e il beneficio fiscale per la detrazione degli interessi.

Risultato finale. Dopo 25 anni, ovvero all'estinzione del mutuo abbiamo calcolato il guadagno ottenuto da entrambi:
- Proprietario (Valore futuro immobile – rate del mutuo) = 103.251 €
- Inquilino (Capitale investito – canoni di locazione + eventuale differenza rata mutuo/canone e altri costi benefici) = - 18.407€

Come si può vedere il risultato è a favore di chi ha acquistato, che dopo 25 anni guadagna 103.251 euro (l’inquilino in affitto non solo non guadagna, ma perde 18.407 euro).
 

venerdì 8 marzo 2013

Fondo di garanzia per favorire l’acceso ai mutui ipotecari



E' possibile richiederci la copia della dichiarazione sostitutiva per accedere Fondo di garanzia per favorire l’acceso ai mutui ipotecari alle giovani coppie o ai nuclei famigliari monogenitoriali con figli minori , inviandoci una semplice richiesta a info@residenzealparco.it

martedì 5 marzo 2013

Visionnaire alla Milano Design Week

Visionnaire alla Milano Design Week
Visionnaire alla Milano Design WeekVisionnaire alla Milano Design WeekVisionnaire alla Milano Design Week                   Visionnaire alla Milano Design Week


05/03/2013 - In occasione della Settimana milanese del Design Visionnaire presenterà le nuove collezioni dal design eclettico.

Fantasy, design Roberto Lazzeroni
Sembra di entrare in una dimora da “mille e una notte”, in uno spazio incantato fatto di sogni, emozione, magia. Non un progetto di design, ma una scenografia per il mondo del lusso, dall’ispirazione volutamente “fantasy”. Questa l’idea di base del progetto di Roberto Lazzeroni per Visionnaire. Poltrone, beauty desk, letto, panche pensati per interni volutamente importanti ed enfatizzati, dove è la decorazione a fare da protagonista. Arredi pensati su misura per il cliente, totalmente customizzabili e realizzati con perizia sartoriale. I tessuti sono ricamati, le parti di metallo sono stampate, i legni sono incisi per rendere ogni singolo elemento unico e superesclusivo.

http://www.archiproducts.com/it/notizie/32117/visionnaire-alla-milano-design-week.html


venerdì 25 gennaio 2013

Carnevale low cost ?




Che si decida di andare a Venezia, Viareggio, Ivrea o Putignano, per citare i carnevali più celebri del Belpaese, oppure si organizzi una piccola festa in casa, il vestito, il travestimento, non possono mancare. Ma magari stiamo parlando di una sola serata con gli amici o di una gita di un solo giorno, e allora il budget disponibile potrebbe essere ridotto all’osso, diciamo una ventina di euro.
A me sono venute in mente tre soluzioni, ma anticipo già che, viste le mie scarsissime capacità creative, mi butterò sulla terza.
Riciclo
La mia mamma insegnava alla scuola materna e aveva un sacco di bei grembiuli. Allora ero giovane e con tempo e voglia da vendere, quindi presi un paio di grembiuli più vecchi e li trasformai nella colorata casacca di un pagliaccio, una parrucca di ricci fucsia, occhialoni, ed ero pronta per la festa. Poi si presentò un amico con la tuta da meccanico di suo zio e un cappello da ciclista, di quelli che se tiri su la visiera tutti incominciano a ridere. Ovviamente non manca mai l’amica o l’amico che con un camice da infermiera e una giarrettiera risolvono la serata trasformandosi in fatalona o in una macchietta esilarante, a seconda di chi indossa la giarrettiera.
Tutte queste soluzioni implicano il riciclo puro di abiti da lavoro, con l’aggiunta di pochi accessori, solitamente parrucche, per un costo che difficilmente supera il nostro budget di 20 euro (su Amazon ho trovato anche delle parrucche a 5 euro).
Creatività
Per me nota dolente, per molti fiore all’occhiello. Se siete bravissimi nel fai-da-te, dei geni della macchina per cucire o avete almeno un minimo di attitudine al lavoro artigianale, questa è la soluzione più bella, oltre che economica. Bastano pochi click, un po’ di ispirazione e avrete un costume originalissimo per il quale non è necessario svenarsi. Io vi lascio un paio di link a Handmade Creativity e Pane Amore e Creatività. I vestiti che mi sono piaciuti di più? Il pirata che porta la sirena nella scatola come fosse una sardina e la mamma con il bambino vestito da sacchetto di pop corn. Già perché un must di quest’anno, anche grazie ad Internet, sono i travestimenti in coordinato genitori-figli, fidanzati, fratelli e amici, tutti legati da un fil rouge che accresce la spettacolarità del travestimento.
Ecommerce
Veniamo a quelli come me, che la colla a caldo non sanno cosa sia e che vogliono indossare un vestito carino senza aver perso mezzo minuto per produrlo. Per fortuna ormai anche noi possiamo risparmiare e, se non viviamo in grandi città con negozi specializzati in travestimenti, possiamo farlo grazie a pc, connessione a Internet e carta di credito. I siti che vendono costumi di Carnevale sono tantissimi, alcuni addirittura completamente dedicati a questi prodotti come Carnival Super Store e La Casa di Carnevale. E ovviamente la scelta sotto i 20 euro è ampia avendo tutto il web a disposizione. Qualche esempio? Un Adamo finto-nudo a 19 euro, Fred Flinstone a 14 euro e un’imperatrice romana a 20 euro.
Pronti per un Carnevale low cost?

Buon carnevale dalle Residenze al Parco

venerdì 18 gennaio 2013

Agevolazioni "prima casa": la vendita dell'immobile prima del quinquennio


Il contribuente che abbia acquistato un immobile con le agevolazioni "prima casa", rivendendolo prima del decorso del termine di 5 anni e decidendo nel contempo di non riacquistarne un anno entro un anno, può richiedere, prima della scadenza di tale ultimo termine, la riliquidazione dell'imposta tramite apposita istanza da presentare all'Ufficio presso il quale è stato registrato l'atto di vendita dell'immobile per il quale si sia beneficiato delle agevolazioni in questione.
In tale istanza, in particolare, il contribuente dovrà manifestare espressamente la propria intenzione di non voler procedere all'acquisto di un nuovo immobile entro i 12 mesi, richiedendo appunto la riliquidazione dell'imposta assolta in sede di registrazione.

In questo caso, dovrà versare in particolare la differenza tra l'imposta pagata e quella dovuta e il relativi interessi, dopo che l'Ufficio avrà riliquidato l'atto di compravendita e avrà notificato appunto l'avviso di liquidazione dell'imposta dovuta e degli interessi calcolati a decorrere dalla stipula dell'atto di compravendita dell'immobile acquistato con l'agevolazione.
 
Non sarà, tuttavia, dovuta la sanzione del 30% delle imposte di registro e ipocatastali di cui alla Nota II-bis), art. 1, Tariffa, Parte Prima, D.P.R. 26.4.1986, n. 131, proprio perché la dichiarazione del contribuente è stata presentata prima del decorso del termine di 12 mesi.
Nel caso in cui, invece, la decadenza dalle agevolazioni "prima casa" abbia luogo a causa dell'alienazione dell'immobile prima dei 5 anni senza riacquisto di un nuovo immobile entro 12 mesi e tale ultimo termine sia scaduto senza che il contribuente abbia presentato l'istanza di cui sopra, egli potrà comunque avvalersi del ravvedimento operoso di cui all'art. 13, D.Lgs. 18.12.1997, n. 472 con le modalità indicate dalla R.M. 31.10.2011, n. 105/E, ossia presentando apposita istanza all'Ufficio dell'Agenzia presso il quale è stato registrato l'atto di vendita dell'immobile, con la quale dichiara l'intervenuta decadenza dall'agevolazione e richiede la riliquidazione dell'imposta e l'applicazione delle sanzioni in misura ridotta.
 
(Risoluzione Agenzia Entrate 27.12.2012, n. 112)